Qual è il tuo paradigma musicale?

Quali idee contiene il tuo modo di fare musica o di ascoltarla? Da giovanissimo ho cominciato a imparare e scegliere, ascoltando dischi e facendo musica a casa.

Dopo un po’ di esperienza nelle sale prove e qualche esibizione in piccoli locali di Napoli, attualmente, da circa 4 anni mi trovo a fare molta musica in home recording, tra canzoni e pezzi strumentali. 

Pubblico quasi tutto online e sono molto contento di aver trovato una strada comoda e piacevole, per rapportarmi a una delle mie prime passioni, cantare, suonare e poi comporre.

Con un percorso che mescola intuito, riflessione e pratica, sto provando a formulare un mio personale paradigma musicale, con una  consapevolezza personale e sociale diversa da prima, per le mie canzoni, le registrazioni e la loro condivisione online. 

Da ogni cosa che noi facciamo o che fanno gli altri possiamo astrarre delle idee, che poi diventano un modo per ripensare il nostro lavoro e in questo articolo voglio provare a descrivere le coordinate di quello che sto facendo in questo periodo.

Innanzitutto, non sono un musicista professionista nel senso che non l’ho mai fatto per mestiere, non mi interessa come principale forma di sostentamento e non ho neanche le caratteristiche tecniche per farlo con continuità.

Poi mi interessa soprattutto la forma della canzone, è breve e mescola musica e parole.

Dal punto di vista strumentistico sono un pianista e anche un po’ tastierista. Un mondo sconfinato entro il quale penso sia meglio scegliere e formarsi su poche cose, l’improvvisazione, l’essenzialità musicale, senza puntare su una rapida acquisizione di conoscenze armoniche e tecniche.

Attualmente, mi sembra di muovermi sulla soglia del pop jazz contemporaneo, portando con me alcuni elementi tradizionali della canzone italiana e internazionale e alcuni elementi di stile improvvisativo della musica improvvisata.

Su questa soglia immaginaria, tra passato e presente musicale, inserisco delle cose nuove, relativamente nuove, o più che altro abbastanza rare negli ultimi decenni. 

Mi riferisco all’inclusione delle mie attuali incertezze esecutive e a strutture compositive non ortodosse. Elementi in questo periodo rari ma in realtà sempre presenti in diversi momenti della storia contemporanea della musica popolare e professionale.

Procedo da sempre partendo o cercando il piacere di fare musica ma ormai ho un’elaborazione concettuale abbastanza definita, che mi è utile per condividere le mie cose in rete, comunicarle e magari ripensarle. 

Dal fare musica all’elaborazione di un paradigma di idee, concetti, direzioni, e viceversa. Qualcosa può non funzionare di tanto in tanto, a monte e a valle, per qualcuno, per quelli con cui condivido la mia musica, non so. A me però mi piace! 🙂

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